L'Aquila. La rinascita dell'arte
A sei anni e mezzo dal sisma che ha distrutto
 il castello cinquecentesco che lo ospitava, rinasce il museo nazionale 
del capoluogo abruzzese. In attesa del completamento dei restauri nella 
sede originale, l'allestimento viene ospitato nell'ex mattatoio. Il via 
con il ministro Franceschini che promette un polo contemporaneo: 
"Chiederemo opere ai grandi artisti, vedremo chi oserà dire di no". In 
primavera anche la succursale del Maxxi, finanziata dalla Russia
"Quando apre un museo è sempre una festa, in questo caso la festa è 
doppia perché è stata anche vinta una sfida": con queste parole del 
Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del turismo Dario 
Franceschini, finalmente, da questa mattina l'Aquila ha di nuovo un 
museo. Si tratta del Munda, il Museo Nazionale d'Abruzzo, che oggi apre 
le porte al pubblico, con accesso gratuito a tutti fino al 3 gennaio. Un
 luogo inedito, l'ex mattatoio della città, concesso in comodato d'uso 
gratuito al Mibact per offrire un temporaneo ricovero alle opere della 
collezione, fino a quando non termineranno i lavori nel castello 
cinquecentesco, ex sede del museo.
Un momento importante ed emozionante, sia per l'importanza del progetto 
museografico, che ha visto lo svolgimento dei lavori proseguire con 
un'eccellenza strutturale e di restauro, sia per il valore storico 
artistico delle opere esposte, ma, soprattutto, per il significato che riveste la riapertura di questo museo.
 L'Aquila, infatti, perse il suo museo nel terribile terremoto del 2009. 
Ora è rinato in una nuova sede, quella dell'ex Mattatoio comunale 
appunto, completamente ristrutturato con tecnologie antisismiche e 
ripensato per venire incontro nel migliore dei modi a questa sua nuova 
funzione, in borgo Rivera, a ridosso delle mura della città, di fronte 
alla Fontana   delle 99 Cannelle: un'area più decentrata rispetto al 
luogo centrale in cui sorgeva il museo prima, ma molto significativa, 
legata alla fondazione della città. Il ministro Franceschini ha visitato
 con attenzione tutte e sei le sale del Munda (dalla A alla F,  
all'interno di cinque ambienti espositivi) seguendo le introduzioni del 
Direttore del Polo Museale d'Abruzzo Lucia Arbace, che parla, commossa, 
di una grande sinergia di sforzi e di lavoro e di lotta contro il tempo:
 "mancano le didascalie ma da lunedì ci saranno anche quelle e saranno 
quelle più moderne possibili" precisa la Arbace.
Con loro anche il vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, 
il Sindaco della Città dell'Aquila Massimo Cialente e monsignor Giuseppe
 Petrocchi, arcivescovo del capoluogo abruzzese che ha ricordato che un 
patrimonio come quello del Munda ci porta a "coniugare i tempi al futuro
 e al plurale" perché mantiene i rapporti con il passato guardando al 
futuro, in sinergia con tutta la cittadinanza e con chi ha reso 
possibile la riapertura del museo. Il Munda sarà anche un nuovo centro 
di arte contemporanea. Il ministro Franceschini ha infatti aggiunto: 
"Chiederemo ad artisti importanti di realizzare un'opera e donarla alla 
città. Vedremo chi ha il coraggio di dire di no. Con il Maxxi, poi, 
abbiamo già avviato il progetto di creare una nuova sede del Museo 
proprio in questa città, all'interno di Palazzo Ardinghelli, di cui a 
primavera, si concluderanno i lavori, finanziati dal governo russo".
La scelta dei pezzi esposti al Munda è di oltre cento opere, tra i più 
importanti lavori del Museo Nazionale d'Abruzzo: opere di diverse epoche
 e tipologie (reperti archeologici, sculture lignee e dipinti fino al 
XVIII secolo), rappresentative della varietà e qualità delle collezioni 
del museo e identitarie della storia e della cultura dell'intera 
regione. Il progetto, oltre ad adottare soluzioni allestitive innovative
 sul piano della prevenzione, si è ispirato a criteri museografici 
moderni. Oltre all'importanza dell'aver finalmente restituito agli 
aquilani e al pubblico numerose opere importanti, è da sottolineare il 
grande lavoro di restauro che è stato fatto sui pezzi esposti che, 
recuperati tra le macerie, hanno avuto nuova vita grazie ad attenti 
restauri avvenuti dopo i gravi danni del terremoto. Da molte chiese 
distrutte provengono madonne, pale e reperti che troveranno ospitalità 
al Munda fin quando non potranno tornare nelle loro chiese di origine. 
Sono state ora riunite alcune delle più belle e antiche Madonne 
d'Abruzzo, come la Madonna di Lettopalena del XII secolo e la Madonna 
"de Ambro", della prima metà del XIII secolo, proveniente dalla chiesa 
di Santa Maria a Grajano.  
L'intero intervento, di restauro e di 
funzionalizzazione, è stato assunto dallo Stato italiano per il tramite 
del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del turismo 
attraverso Invitalia, nell'ambito del progetto Mumex, che è la rete dei 
musei attrattori del Mezzogiorno
FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)  
 
 
 
          
      
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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