La metropolitana della città lombarda si trasforma in un museo di contemporanea con una “mostra diffusa” che si sviluppa in momenti temporali e spaziali diversi. Le prime cinque stazioni porteranno le firme di Marcello Maloberti, Rä di Martino, Francesco Fonassi, Patrick Tuttofuoco e Elisabetta Benassi
Se vi trovate nella metropolitana nella città leonessa d'Italia e vedete un cartello stradale con il suo nome (mi riferisco ai soliti che si incontrano alle porte di ogni centro abitato) che pende dal soffitto e con la scritta capovolta, non è opera di qualche impiegato pubblico impazzito, ma è un’istallazione d’arte. E’ proprio con l’intenzione di rendere un luogo pubblico di passaggio, uno spazio anche di riflessione e cultura, che è stato pensato il progetto intitolato SubBrixia, ideato e prodotto da Brescia Musei e Brescia Mobilità in collaborazione con il Comune di Brescia, che sta portando alcuni dei protagonisti della scena artistica italiana contemporanea ad interagire con la rete metropolitana della città, inaugurata nel 2013.
«Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone», scriveva Italo Calvino nelle sue “Città invisibili” e così sono varie le città che hanno pensato a un’arte che scende in metrò: esempi illustri non mancano dalla celebre metropolitana di Napoli a quella di Londra, per non parlare di quella di Stoccolma che con i suoi 110 km di lunghezza è considerata l’esposizione d’arte più estesa del mondo. La metropolitana di Brescia elegante e avveniristica nelle forma, è composta da 17 stazioni e percorre la città per una lunghezza complessiva di circa 14 chilometri, che piano piano si arricchiranno di opere. Tornando all’installazione con il cartello capovolto, ha titolo Brixia, ed è un’opera di Marcello Maloberti posta tra le due scale mobili della stazione metropolitana. L'idea del cartello stradale è strettamente legata al luogo, considerato porta della città. Si tratta di una scultura-oggetto che si sviluppa in verticale, tagliando orizzontalmente lo spazio, cadendo dall'alto come un lampadario. La scritta rovesciata rappresenta idealmente una seconda città, quella archeologica che si sviluppa sottoterra. Due città speculari, una che vive in superficie, l’altra antica sottoterra. Il progetto artistico è curato da NERO, che opera nel campo della cultura e delle arti contemporanee, in collaborazione con Fondazione Brescia Musei. Il progetto è stato realizzato anche grazie ai contributi del Progetto Moving Culture, del Fondo Regionale Expo 2^ fase, con il sostegno di Regione Lombardia e alla collaborazione di ATS Expo.
Un viaggio sotto terra con le diverse stazioni a simboleggiare i vari capitoli di un racconto che prende corpo nella realtà. Un libro aperto che indaga identità e linguaggi eterogenei. Nei prossimi mesi si aggiungeranno le opere di Francesco Fonassi, Patrick Tuttofuoco e Elisabetta Benassi. “Per Brescia è un’operazione importante e di ampio respiro, che spinge l’acceleratore sul futuro, poiché va a coinvolgere gli elementi tra i più propulsivi del suo territorio: la metro, che negli ultimi due anni e mezzo ha trasformato la geografia urbana con i suoi 15 milioni di viaggiatori all'anno e che quindi si trasforma, come in altre città, nel luogo ideale dell’arte contemporanea. Un progetto che potrà facilmente lanciare nuovi ponti con l’Europa e confermare il carattere internazionale di una città che sa sempre più e sempre meglio parlare una lingua che va oltre i propri confini e le proprie dimensioni”, sostengono con ragione gli organizzatori.
FONTE: Valentina Tosoni (repubblica.it)
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