Seconda edizione per Fine Art Week Roma, che fino a
domenica riunisce dieci tra le migliori gallerie di antiquariato della
Capitale in un programma di mostre a tema tra dipinti, disegni,
sculture, tappeti e oggetti preziosi.
Protagonista è Roma, dalle vedute di Roesler Franz reinterpretate dal fotografo Fabio De Benedettis alla cittàdei Papi illustrata attraverso gli Orologi, dai disegni settecenteschi degli artisti diretti da William Young Ottley ad acquerelli e vedute di italiani e stranieri. Non mancano “incursioni” nell’India delle incisioni tratte dal manoscritto del capitano Thomas Williamson, dedicato a re Giorgio III, e nell’Olanda di velluti e tappeti realizzati dall’Amsterdamse School tra 1910 e 1930.
Il percorso espositivo interessa più sedi e zone della città, in dieci differenti appuntamenti per altrettante gallerie.
Francesca Antonacci, in via Margutta, presenta “British Empire: Scene di Caccia in India nel 1807”, quaranta incisioni su caccia a tigre, cinghiale, leopardo, orso e bufalo, che raccontano vita, costumi, abitudini e scenari di caccia selvatica in India.
L’Omaggio a Roesler Franz negli scatti di De Benedettis è invece presso Paolo Antonacci Antichità, in via del Babuino. Il fotografo è andato a ricercare l’esatto punto di vista dell’artista per raccontare nuovamente il luogo in un dialogo tra epoche e tecniche.
La Gallerie Benucci, nella stessa via, ospita “Antichi orologi nella Roma dei Papi”, con tre orologi del XVII secolo. La Galleria Berardi, in Corso Rinascimento, punta invece i riflettori su “Sartorio. Mito e modernità”, che propone una serie di opere dell’artista, anche inedite o comunque non visibili da lungo tempo.
Da Danon, in via Margutta, l’attenzione è per la De Amsterdamse School. Da Alberto Di Castro, in piazza di Spagna, per William Young Ottley in un “Viaggio da Roma alla riscoperta dei primitivi”.
“Romanità” è il titolo della mostra ospitata poco distante da Alessandra Di Castro, in un percorso attraverso il tempo, dai campionari di marmi antichi collezionati nella Roma di primi Ottocento a cammei e gemme neoclassiche, fino ad arrivare a due monumentali disegni acquerellati di Giovan Battista Dell’Era.
“La natura morta italiana tra XVII e XVIII secolo” è l’esposizione presso la galleria Cesare Lampronti, in via del Babuino. Stessa strada per il paesaggio romano tra ‘600 e ‘700 in “A Roma!” da Fabio Massimo Megna.
“Prima idea, Studi e bozzetti dal XVII al XIX secolo” è il titolo dell’appuntamento espositivo alla Galleria Carlo Virgilio & C., in via della Lupa, che presenta, tra le altre, opere di Bernardino Nocchi, Louis Gauffier, Vincenzo Camuccini, Achille-Etna Michallon, Francesco Podesti, Gerolamo Induno.
Porte aperte all’arte.
Protagonista è Roma, dalle vedute di Roesler Franz reinterpretate dal fotografo Fabio De Benedettis alla cittàdei Papi illustrata attraverso gli Orologi, dai disegni settecenteschi degli artisti diretti da William Young Ottley ad acquerelli e vedute di italiani e stranieri. Non mancano “incursioni” nell’India delle incisioni tratte dal manoscritto del capitano Thomas Williamson, dedicato a re Giorgio III, e nell’Olanda di velluti e tappeti realizzati dall’Amsterdamse School tra 1910 e 1930.
Il percorso espositivo interessa più sedi e zone della città, in dieci differenti appuntamenti per altrettante gallerie.
Francesca Antonacci, in via Margutta, presenta “British Empire: Scene di Caccia in India nel 1807”, quaranta incisioni su caccia a tigre, cinghiale, leopardo, orso e bufalo, che raccontano vita, costumi, abitudini e scenari di caccia selvatica in India.
L’Omaggio a Roesler Franz negli scatti di De Benedettis è invece presso Paolo Antonacci Antichità, in via del Babuino. Il fotografo è andato a ricercare l’esatto punto di vista dell’artista per raccontare nuovamente il luogo in un dialogo tra epoche e tecniche.
La Gallerie Benucci, nella stessa via, ospita “Antichi orologi nella Roma dei Papi”, con tre orologi del XVII secolo. La Galleria Berardi, in Corso Rinascimento, punta invece i riflettori su “Sartorio. Mito e modernità”, che propone una serie di opere dell’artista, anche inedite o comunque non visibili da lungo tempo.
Da Danon, in via Margutta, l’attenzione è per la De Amsterdamse School. Da Alberto Di Castro, in piazza di Spagna, per William Young Ottley in un “Viaggio da Roma alla riscoperta dei primitivi”.
“Romanità” è il titolo della mostra ospitata poco distante da Alessandra Di Castro, in un percorso attraverso il tempo, dai campionari di marmi antichi collezionati nella Roma di primi Ottocento a cammei e gemme neoclassiche, fino ad arrivare a due monumentali disegni acquerellati di Giovan Battista Dell’Era.
“La natura morta italiana tra XVII e XVIII secolo” è l’esposizione presso la galleria Cesare Lampronti, in via del Babuino. Stessa strada per il paesaggio romano tra ‘600 e ‘700 in “A Roma!” da Fabio Massimo Megna.
“Prima idea, Studi e bozzetti dal XVII al XIX secolo” è il titolo dell’appuntamento espositivo alla Galleria Carlo Virgilio & C., in via della Lupa, che presenta, tra le altre, opere di Bernardino Nocchi, Louis Gauffier, Vincenzo Camuccini, Achille-Etna Michallon, Francesco Podesti, Gerolamo Induno.
Porte aperte all’arte.
FONTE: Valeria Arnaldi (leggo.t)
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