domenica 25 novembre 2012

Il Contemporaneo e la profezia dei Maya "Artissima" sfida la fine del mondo



A Torino apre la fiera dell'arte contemporanea che lancia un esperimento inedito. Una mostra diffusa in cinque musei con artisti internazionali che riflettono sull'apocalisse predetta dalla civiltà precolombiana


Una grande mostra diffusa, che abbraccia i cinque musei del contemporaneo della città, per un progetto espositivo che coinvolge un "assolo" di cinque artisti internazionali tra i più interessanti sulla scena attuale. E' questo l'esperimento inedito che mette in campo "Artissima 2012", la fiera internazionale d’arte contemporanea al via dal 9 novembre sotto la direzione di Sarah Cosulich Canarutto. Si chiama "It’s Not the End of the World", titolo quanto mai evocativo che gioca con arguta irriverenza con l'apocalittica profezia dei Mayasulla fine del mondo nel dicembre 2012, ma anche con la schizofrenica situazione del finanziamento alla cultura in Italia.

Il progetto mette a sistema le principali istituzioni museali del territorio torinese: Castello di Rivoli Museo d’Arte ContemporaneaGam Galleria Civica d’Arte Moderna e ContemporaneaFondazione Merz e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, con il coinvolgimento di Palazzo Madama. Ogni sede inaugura il suo show che si protrae oltre la chiusura della kermesse (11 novembre) per rimanere visitabile fino al 6 gennaio. Fil rouge della mostra itinerante è una riflessione - tra il sarcastico e il poetico, l'irriverente e il doloroso, l'ottimismo utopistico e la consolazione - sulla realtà del mondo che ci circonda con le sue diverse realtà e contraddizioni. Tutti gli artisti protagonisti hanno creato un intervento specifico per la sede che li ha ospitati, prediligendo i linguaggi delle installazioni video e delle performance.
Cominciamo dal Castello di Rivoli dove la mianese Paola Pivi, classe '71, porta "Tulkus 1880 to 2018", un lavoro incentrato sul tulku, la figura religiosa del Buddhismo tibetano, ritenuta la reincarnazione di altri influenti maestri. Un lavoro colossale ed enciclopedico, frutto di due anni di ricerche e indagini da parte di un team di esperti a livello internazionale che ha raccolto e catalogato migliaia di immagini. Paola Pivi, infatti, orchestra una monumentale summa fotografica di tutti i turku nel mondo. "E' il primo tentativo di censimento dei tulku di tutte le scuole buddiste tibetane, condotto fin nelle aree geografiche più estreme - racconta il curatore Davide Trapezi - Si tratta di un’impresa unica e senza precedenti che, nell’organizzazione e presentazione di queste immagini, lega la ricerca accademica al mondo dell’arte contemporanea. La raccolta sta avvenendo in molte aree del mondo, con immagini trovate in templi, musei, archivi, studi, ma anche prese in prestito da privati, scansionate e restituite, o scattate da fotografi professionisti in templi o circostanze private. Molte di queste immagini raccontano la storia della diaspora tibetana".
Alla Gam va in scena "Homeless Paradise" del russo Valery Koshlyakov, classe '62, che propone un'installazione site-specific negli spazi di ingresso del museo. L'opera consiste nella realizzazione di un secondo accesso temporaneo, sopra e sotto la pensilina di accesso al museo, concepito come collegamento ideale tra realtà civile e mondo dell’arte. "Con realismo e poesia Koshlyakov invita il visitatore in una città immaginaria, un rifugio abitativo che gli uomini arrangiano per la loro sopravvivenza, come un’Arca di Noè, fatta di materiali semplici e poveri - spiegano i curatori Anna Musini e Gregorio Mazzonis - Un accampamento che sembra essere sorto spontaneamente, registrando il ricordo di esperienze vissute, di un vagabondare randagio, di una condizione nomade".
Alla Fondazione Merz arriva "Beirut, I Love You – A Work in Progress" della londinese trentaseienne Zena el Khalil che vive e lavora a Beirut. Si tratta di una  video-installazione realizzata intorno ai temi e ai personaggi di un lungometraggio girato in collaborazione con il regista Gigi Roccati, ispirato all’omonimo romanzo e memoir pubblicato dall’artista nel 2008. "Il video racconta una storia universale di amore tra due grandi amiche, ambientata sulla linea dei conflitti globali, nel crepuscolo del secondo millennio - dice la curatrice Maria Centonze - è un atto di resistenza che rivendica la bellezza contro la costante minaccia della guerra. Con questo progetto Zena el Khalil mira a rompere gli stereotipi, costruendo metaforici ponti tra Oriente e Occidente".
Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo spicca "The End – Venezia" dell'islandese Ragnar Kjartansson, classe '76, già presentato nel 2009 alla Biennale di Venezia per il padiglione Islandese. Da portentoso performer, Kjartansson infonde al suo lavoro un gusto per la teatralità, la messinscena, la recitazione, come dimostra il suo lavoro che evoca la mirabolante impresa compiuta a Venezia, quando con una performance di sei mesi, l'artista ha dipinto giorno dopo giorno lo stesso soggetto in costume da bagno. Kjartansson ha vissuto i panni di un pittore bohémien, che nel proprio studio sul Canal Grande passava il tempo dipingendo, giorno dopo giorno, il ritratto dello stesso giovane modello (l’amico e artista Páll Haukur Björnsson), che si aggirava languido nello studio, fumando sigarette, bevendo birra, ascoltando musica e posando per l’artista. I 144 dipinti che compongono l'opera sono il documento artistico di questa esperienza. E l’installazione ha l’aspetto di un’antica quadreria.
Infine, nella corte medievale di Palazzo Madama il rumeno Dan Perjovschi, classe '61, porta l'installazione site-specific "Ruin Politics". "Dan Perjovschi presenta una nuova serie di disegni realizzati direttamente sul pavimento della Corte, uno spazio fortemente connotato dalla presenza di rovine d’epoca romana - racconta la curatrice, la stessa  Sarah Cosulich Canarutto - Proprio l’idea di rovina diviene punto di partenza per un’analisi dell’artista sulla società contemporanea, spaziando da problematiche globali a questioni specificatamente europee per arrivare a toccare l’Italia con le sue realtà e contrasti".

Notizie utili - "Artissima 2012. It’s Not the End of the World", dal 9 novembre al 6 gennaio 2013, ad eccezione della mostra a Palazzo Madama, che chiuderà il giorno 8 dicembre 2012. Varie sedi, Torino.
Ingresso: secondo tariffa ordinaria (gratis Palazzo Madama).
Informazioni: 011-19744106 

lunedì 19 novembre 2012

Universal, 100 anni di storia del cinema



In mostra alla Galleria Alberto Sordi di Roma

Tra i numerosi appuntamenti del Festival del Cinema di Roma 2012 vi segnaliamo la mostra allestita alla Galleria Alberto Sordi per celebrare il100esimo anniversario di Universal Pictures, la major più antica dell’industria mondiale dell’entertainment.
20 grandi poster raccontano un secolo di storia del cinema attreverso la selezione di alcuni fotogrammi cult.
Un’occasione per ripercorrere le scene più memorabili delle pellicole uscite sul grande schermo, dal film muto Il Gobbo di Notre Dame del 1923 al fantasy di quest’anno Biancaneve e il Cacciatore passando perGli Uccelli di Alfred Hitchcock, Lo Squalo ed E.T. di Steven Spielberg, ScarfaceSchindler’s ListI Blues BrothersIl Gladiatore.
La mostra fotografica è stata inaugurata da David Moscato, Amministratore Delegato di Universal HE, con la partecipazione di Adriano Pintaldi, profondo conoscitore della storia del cinema in generale e, in particolare di quella di Universal.
Le immagini sono corredate da informazioni e curiosità sui personaggi e le storie che fanno ormai parte dell’immaginario collettivo.
Non resta che appuntarsi i 20 titoli scelti dall’archivio Universal Pictures per un ripasso cinefilo.
La mostra, in scena dal 9 al 17 novembre 2012, ci ricorda che il cinema è un patrimonio davvero“Universale”.

Ecco l’elenco completo dei film in rassegna:
Il Gobbo di Notre Dame – 1923
Il Fantasma dell’Opera – 1925
Dracula – 1931
Frankenstein – 1931
L’Uomo Lupo – 1941
Il Mostro della Laguna Nera – 1954
Il Letto Racconta – 1959
Il Buio Oltre la Siepe – 1962
Gli Uccelli – 1963
La Stangata- 1973
Lo Squalo- 1975
Apocalypse Now – 1979
The Blues Brother– 1980
E.T. L’Extra-Terrestre – 1982
Scarface – 1983
Schindler’s List  – 1993
Apollo 13 – 1995
Il Gladiatore – 2000
Bastardi Senza Gloria – 2009
Biancaneve e il Cacciatore – 2012

FONTE: luxgallery.it

sabato 17 novembre 2012

Voyage Pittoresque Factory



Un nuovo spazio per l’arte a Napoli

Dopo l’inaugurazione meneghina di Spazio Giglio Arte, ecco che anche la città partenopea apre una nuova location dedicata all’arte.
Il nuovo indirizzo per gli amanti del settore si chiama Voyage Pittoresque Factory ed è stato inaugurato il 10 novembre 2012 in corso Vittorio Emanuele 682.
Questo spazio multi concept da 750 metri quadrati è allo stesso tempo un laboratorio creativo e una galleria espositiva, una biblioteca e un luogo di incontro, un’officina dal sapore rétro ma con strumentazioni hi-tech per la produzione di stampe artistiche e non solo.
L’ingresso è libero: i visitatori possono ammirare le opere in mostra, consultare un libro, acquistare un prodotto tipografico.
Voyage Pittoresque Factory organizza poi corsi d’arte per adulti e ragazzi, incontri culturali,presentazioni di libriproiezioniaperitivi.
L’ambiente, ristrutturato dall’architetto Diego Lama e dallo studio Altromodo, è luminoso e reso ancora più accogliente dal design degli interni curato da Gennaro Regina che ripropone atmosfere e suggestioni da vecchio loft metropolitano con poltrone in pelle vintage, pochi mobili Déco, tubazioni a vista ed altri elementi lasciati volutamente grezzi.
“Questa non è una galleria, ma un laboratorio dell’arte. Il mio è un progetto culturale più che commerciale, sono convinto che l’unico modo per cambiare la città sia fare cultura”, spiega Regina, artista e imprenditore, già noto per le sue intuizioni pittoriche e la recente mostra al PAN “L’urlo del Vesuvio”.
Voyage Pittoresque Factory, non un semplice atelier ma una fucina del sapere.

Voyage Pittoresque Factory
C.so Vittorio Emanuele, 682
tel. 081 5621361
www.voyagepittoresque.it

sabato 10 novembre 2012

Artissima 2012


Dal 9 all’11 novembre a Torino

Torino è in questi giorni la capitale italiana dell’arte. Se ieri si è aperto il sipario su Photissima Art Fair, oggi prende il via la kermesse Internazionale d’Arte Contemporanea Artissima.
Per la prima volta sotto la direzione di Sarah Cosulich Canarutto, la fiera è in scena fino all’11 novembre negli spazi dell’Oval, Lingotto Fiere.
Artissima si conferma un appuntamento di alto livello, dinamico e coinvolgente, non solo per l’importante selezione di gallerie presenti, ma anche grazie a nuove iniziative in grado di allargare il raggio di azione della fiera dall’Oval fino alle numerose istituzioni artistiche e culturali della cittàI padiglioni della fiera ospitano 172 gallerie (53 italiane e 119 straniere) suddivise nelle tradizionali quattro sezioni: Main Section, New Entries, Present Future, Back to the Future. Art Editions, novità del 2012, propone un’interessante selezione di 5 spazi riservati alle edizioni d’arte.
Per una pausa a tema vi segnaliamo Con/TEXT, una nuova piattaforma che raccoglie le pubblicazioni, le edizioni d’arte, il bookshop e il book corner dove potersi rilassare, leggere, sfogliare riviste e libri, riflettere e condividere idee. In questa area sono gli arredamenti di lusso firmati Tisettanta a farla da padrone.
Se invece volete essere accompagnati da guide esclusive non resta che affidarsi alla competenza di collezionisti e curatori internazionali “prenotabili” nel calendario Art Walks.
Il programma collaterale si sviluppa interamente al di fuori dell’Oval attreverso due iniziative.
It’s Not the End of the World attiva una collaborazione tra Artissima e le più importanti istituzioni torinesi di arte contemporanea (Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo) per costruire insieme una mostra diffusa.
Artissima LIDO crea un percorso di progetti sperimentali in musei e spazi inusuali del Quadrilatero Romano, nel centro storico di Torino.

FONTE: luxgallery.it

venerdì 9 novembre 2012

Google Art Project si "allarga". Entrano altri quattro musei italiani



Aggiunge 29 nuove strutture al progetto del motore di ricerca che permette agli utenti internet di visitare virtualmente gli spazi più famosi al mondo. Siena, Genova, Milano e Firenze le new entry del nostro Paese


Google continua il suo viaggio virtuale 1alla scoperta dei musei più importanti del mondo aggiungendone 29 al suo già cospicuo database online. Tra i nuovi arrivati, quattro musei italiani. Si tratta dellaFondazione Musei Senesi 2, i Musei di Strada Nuova a Genova 3, il Museo Poldi Pezzoli 4 a Milano e del Museo di Palazzo Vecchio 5 a Firenze che si affiancano ora allaGalleria degli Uffizi 6 e ai Musei Capitolini 7 già partner diGoogle Art Project 8 rispettivamente dal febbraio 2011 e dall'aprile 2012. "Portare online un'opera d'arte  -  spiega Amit Sood, alla guida del progetto - è frutto di un grande impegno e investimento di risorse da parte dei nostri partner. E' incredibile vedere come, in pochi anni, si sia riusciti a portarne un tale numero di musei su un'unica piattaforma online".

Grazie a questo progetto è possibile visitare virtualmente 180 spazi museali, distribuiti nelle varie parti del mondo: dal Museo dell'Acropoli di Atene alla Serpentine Gallery di Londra, fino al Metropolitan Museum of Art di New York. Sono varie le modalità di fruizione delle opere d'arte e dei musei. L'utente può "passeggiare" all'interno delle sale usando la tipica funzione "street view" del motore di ricerca (quella presente anche su Google Maps), esaminare una vasta gamma di opere d'arte nei minimi particolari, fino alla più piccola pennellata, fare un tour virtuale e persino creare le proprie collezioni personali da condividere.  Il progetto finora ha attirato oltre 15 milioni di visitatori online di tutto il mondo. Ognuna delle strutture coinvolte ha lavorato a stretto contatto con Google, offrendo la propria consulenza ed esperienza in tutte le fasi del progetto: dalla scelta delle opere al taglio delle foto, fino alle informazioni fornite a corredo.

Con questa terza edizione, la piattaforma di Google Art Project si arricchisce anche di due nuove funzioni, "Confronta" e "Hangout'. La prima consente di esaminare in parallelo due opere d'arte, la seconda, di creare una visita virtuale personalizzata del museo, scegliendo le opere d'arte preferite tra tutte quelle presenti nella piattaforma. Attualmente con Google Art Project sono visibili online oltre 35 mila opere d'arte e più di 300 mila gallery create dalle utenze.

FONTE: Ugo Leo (repubblica.it)

mercoledì 7 novembre 2012

L’Italia verso la Grande Guerra al Vittoriano


Fino al 6 gennaio a Roma l’allestimento con oltre 200 documenti


"Verso la Grande Guerra", è la mostra visitabile da oggi al 6 gennaio al Vittoriano di Roma, che commemora la Prima Guerra Mondiale come momento fondamentale nella costruzione del Paese. Foto, documenti, dipinti, incisioni, filmati, oggetti per un allestimento che segna la prima tappa di un percorso triennale che culminerà nel 2014 con la rassegna "La Grande Guerra" in occasione del centenario dall'inizio del conflitto.

Oltre 200 testimonianze, attraverso i più svariati mezzi di espressione, dai documenti alle cartoline, dai giornali di trincea ai quaderni delle scuole del fronte, dalle lettere private alla famiglia ai volumi a stampa di memorie, per documentare l'approccio alla Grande Guerra. L'esposizione è stata curata da Romano Ugolini, presidente dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano e da Marco Pizzo, vicedirettore del Museo Centrale del Risorgimento di Roma.

Organizzato in sezioni, il percorso espositivo parte dalla crisi che chiude il XIX secolo e attraversa l'età Giolittiana con la rivoluzione industriale, il colonialismo, l'Italia degli inizi del '900 tra socialisti e cattolici, arrivando a Gabriele D'Annunzio e alle sue imprese fino allo scoppio della guerra. L'ingresso è gratuito.

FONTE: lospettacolo.it

lunedì 5 novembre 2012

Scarpitta: auto e slitte neodada



Salvatore Scarpitta è il più americano degli artisti italiani e il più italiano degli artisti americani. Nato New York nel 1919 e cresciuto a Los Angeles, si trasferisce nel 1936 a Roma, dove studia all’Accademia. Dopo la guerra (arruolato nella Marina degli Stati Uniti) sviluppa negli Anni 50 la sua ricerca in direzione antipittorica e oggettuale, e nel 1958 presenta alla Galleria La Tartaruga i suoi primi supporti fasciati con bande elastiche incrociate e in tensione. L’anno successivo si trasferisce a New York dove incomincia ad esporre nella galleria dell’amico Leo Castelli, con cui collaborerà a lungo. 

Scarpitta diventa uno dei protagonisti internazionali della svolta neodadaista, e di un rapporto più diretto e vitale fra arte e realtà. Nel 1964, a partire dalla sua passione per le gare automobilistiche (che lo avevano affascinato fin da ragazzo) realizza Rajo Jack Spl, la prima delle sue straordinarie sculture-automobili, ricostruendo con pezzi di recupero la macchina di un pilota nero, emarginato per ragioni razziste. Un’operazione artistica di denuncia politica e un simbolo anche esistenziale dei veri valori di libertà democratica fondati sulla competizione ma anche sulla garanzia dei fondamentali diritti di eguaglianza sociale e economica.  

Questa macchina (installata con due vecchie pompe di benzina ai lati) insieme ad altre successive automobili da competizione, anche effettivamente funzionanti, tutte con il numero 59 e sponsorizzate da Leo Castelli, sono la parte più spettacolare della prima grande retrospettiva italiana dell’artista messa in scena alla Gam di Torino.  

La mostra, curata da Danilo Eccher con la collaborazione di Germano Celant e Luigi Sansone, mette a fuoco gli aspetti più significativi del lavoro di Scarpitta, incentrando l’attenzione sui tre principali temi della sua ricerca: la serie dei quadri fasciati, le macchine da corsa, e gli assemblage costruiti con slitte e sci. Tutti questi lavori affrontano un unico fondamentale problema, quello dei rischi, dei limiti e dell’utopia della libertà dell’uomo.  

SALVATORE SCARPITTA  
TORINO, GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA  
FINO AL 3 FEBBRAIO  

domenica 4 novembre 2012

Soft Pop



Al Guggenheim i primi anni di Oldenburg

l Museo Guggenheim presenta «Claes Oldenburg: gli anni Sessanta». Aperta dal 30 ottobre al 17 febbraio, la mostra riunisce 300 opere, scelte da Achim Hochdörfer, conservatore del Mumok di Vienna, coproduttore della rassegna con il Guggenheim.
Il percorso inizia con l’installazione «The Street», che pone le basi del «Pop urbano», e continua con le rappresentazioni della vita nelle metropoli moderne e con il colorato mondo del consumismo di «The Store». Queste sculture, realizzate con strati di tela impregnata di gesso e dipinta a colori brillanti, sono la dimostrazione dell’ironia che caratterizza la ricerca di Oldenburg (Stoccolma, 1929) sul potenziale metaforico degli oggetti quotidiani, un aspetto che si manifesterà compiutamente nelle sculture monumentali, molte della quali, a partire dal 1976, Oldenburg realizzerà insieme a Coosje van Bruggen, scomparsa nel 2009.
La rassegna comprende le prime «sculture molli» e «Mouse Museum», un museo in miniatura a forma di testa di topo, nel quale il pubblico può ammirare 381 oggetti riuniti dall’artista. Completa la selezione una serie di lavori inediti (disegni, fotografie, film, bozzetti e annotazioni) scelti personalmente da Oldenburg, che offrono una visione dei suoi processi mentali e creativi. In particolare i filmini in super 8, qui proiettati in pubblico per la prima volta, dimostrano l’impegno dell’artista nel cinema, attraverso immagini, spesso sfocate, di oggetti artificiali tramutati in qualcosa di misterioso e mostruoso. Dopo Bilbao, la mostra si trasferirà al MoMA di New York e al Walker Art Center di Minneapolis.

di Roberta Bosco, da Il Giornale dell'Arte numero 324, ottobre 2012

sabato 3 novembre 2012

Se il caveau diventa "expo". La banca svela i suoi capolavori



A Milano, Intesa Sanpaolo inaugura un nuovo spazio espositivo per la sua collezione d'arte italiana del secondo dopoguerra. Da Fontana a Isgrò, oltre 180 opere ripercorrono movimenti e correnti dagli anni '50 agli '80


Anche le banche hanno un'anima artistica. Lo dimostra il progetto espositivo "Cantiere del '900", che nella sede storica della Banca Commerciale Italiana, l'elegante edificio di primo Novecento che si affaccia su piazza della Scala, inaugura al piano terra un nuovo spazio permanente per accogliere la collezione di capolavori del Novecento di Intesa Sanpaolo. Un'occasione da non sottovalutare perchè in questo allestimento inaugurale il curatore Francesco Tedeschi ha orchestrato un repertorio di 189 opere (selezionate su un patrimonio di oltre tremila) firmate dai protagonisti principali del secondo dopoguerra. Ne viene fuori una scansione certosina di tutti i movimenti e le tendenze del secondo Novecento dell'arte italiana, sfoderando una versatilità tecnica tra pittura, scultura, fotografia e installazioni.

E in questo viaggio tutto italiano, scandito dall'allestimento dell'architetto Michele De Lucchi, che riserba anche la soluzione ad effetto del caveau come "deposito aperto" per la curiosità del visitatore. In un percorso articolato in dodici sezioni, si parte  dall'alba degli anni Cinquanta, dalla febbricitante dialettica tra realismo e astrattismo che dominava la scena dell'epoca. Un "duello" che vede schierati i colori lirici e musicali di Afro, i sacchi  di Alberto Burri, i segni tragici di Emilio Vedova, fino ai tagli di Lucio Fontana, raccontato con un nucleo di nove opere. Dall'informale all’astrattismo “concreto” del Mac (Movimento Arte Concreta).

Si comincia ad analizzare gli anni Sessanta attraverso una nuova concezione della pittura "modificata" dalle azioni intellettuali dell'artista, tra Piero Manzoni, Enrico Castellani o Toti Scialoja, per poi accogliere le nuove tecnologie dell'arte“cinetica”. Ecco, poi, le nuove forme di realismo all'insegna della sensibilità pop, da Gastone Novelli, a Schifano, Valerio Adami. E si entra nei meamdri delle nuove avanguardie della seconda metà degli anni Sessanta tra l’Arte Povera e quella concettuale. Con un focus sulla scultura (Staccioli, Colla, Ceroli, Pascali e Giuseppe Maraniello). E si approda agli anni Ottanta e Novanta.

L'allestimento della mostra comprende anche due digressioni monografiche sul "Colore come forma plastica" che parte dalle sperimentazioni cromatiche di Balla e del Futurismo per arrivare alla concezione di una pittura formale come presenza fisica nello spazio, raccontata nell’opera di Piero Dorazio e Giulio Turcato e di altri autori del secondo dopoguerra. L'altro itinerario, "L’ora italiana di Emilio Isgrò", un progetto che l'artista ha dedicato ad uno degli episodi più tragici della recente storia italiana, la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Venti tondi lasciano affiorare frammenti di immagini di vita quotidiana colta nelle strade della città in quel periodo, parzialmente cancellate dal colore bianco che ne modifica la leggibilità. Il tutto, accompagnato da un crescente ticchettio di orologio e la modificazione delle condizioni luminose. Non mancano, infine, i supporti multimediali curati da Francesca Pola, che offrono approfondimenti hi-tech sulle opere e gli artisti. 

Notizie utili - "Cantiere del ’900. Opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo", Gallerie d’Italia – Piazza Scala, Piazza della Scala, 6. Milano
Orari: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 18.30), giovedì dalle 9.30 alle 22.30 (ultimo ingresso 21.30), lunedì chiuso
Ingresso e audioguida gratuiti
Infomazioni: numero verde 800.167.619, www.gallerieditalia.com 2
Catalogo: Skira