A Torino apre la fiera dell'arte contemporanea che lancia un esperimento inedito. Una mostra diffusa in cinque musei con artisti internazionali che riflettono sull'apocalisse predetta dalla civiltà precolombiana
Una grande mostra diffusa, che abbraccia i cinque musei del contemporaneo della città, per un progetto espositivo che coinvolge un "assolo" di cinque artisti internazionali tra i più interessanti sulla scena attuale. E' questo l'esperimento inedito che mette in campo "Artissima 2012", la fiera internazionale d’arte contemporanea al via dal 9 novembre sotto la direzione di Sarah Cosulich Canarutto. Si chiama "It’s Not the End of the World", titolo quanto mai evocativo che gioca con arguta irriverenza con l'apocalittica profezia dei Mayasulla fine del mondo nel dicembre 2012, ma anche con la schizofrenica situazione del finanziamento alla cultura in Italia.
Il progetto mette a sistema le principali istituzioni museali del territorio torinese: Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Gam Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Merz e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, con il coinvolgimento di Palazzo Madama. Ogni sede inaugura il suo show che si protrae oltre la chiusura della kermesse (11 novembre) per rimanere visitabile fino al 6 gennaio. Fil rouge della mostra itinerante è una riflessione - tra il sarcastico e il poetico, l'irriverente e il doloroso, l'ottimismo utopistico e la consolazione - sulla realtà del mondo che ci circonda con le sue diverse realtà e contraddizioni. Tutti gli artisti protagonisti hanno creato un intervento specifico per la sede che li ha ospitati, prediligendo i linguaggi delle installazioni video e delle performance.
Cominciamo dal Castello di Rivoli dove la mianese Paola Pivi, classe '71, porta "Tulkus 1880 to 2018", un lavoro incentrato sul tulku, la figura religiosa del Buddhismo tibetano, ritenuta la reincarnazione di altri influenti maestri. Un lavoro colossale ed enciclopedico, frutto di due anni di ricerche e indagini da parte di un team di esperti a livello internazionale che ha raccolto e catalogato migliaia di immagini. Paola Pivi, infatti, orchestra una monumentale summa fotografica di tutti i turku nel mondo. "E' il primo tentativo di censimento dei tulku di tutte le scuole buddiste tibetane, condotto fin nelle aree geografiche più estreme - racconta il curatore Davide Trapezi - Si tratta di un’impresa unica e senza precedenti che, nell’organizzazione e presentazione di queste immagini, lega la ricerca accademica al mondo dell’arte contemporanea. La raccolta sta avvenendo in molte aree del mondo, con immagini trovate in templi, musei, archivi, studi, ma anche prese in prestito da privati, scansionate e restituite, o scattate da fotografi professionisti in templi o circostanze private. Molte di queste immagini raccontano la storia della diaspora tibetana".
Alla Gam va in scena "Homeless Paradise" del russo Valery Koshlyakov, classe '62, che propone un'installazione site-specific negli spazi di ingresso del museo. L'opera consiste nella realizzazione di un secondo accesso temporaneo, sopra e sotto la pensilina di accesso al museo, concepito come collegamento ideale tra realtà civile e mondo dell’arte. "Con realismo e poesia Koshlyakov invita il visitatore in una città immaginaria, un rifugio abitativo che gli uomini arrangiano per la loro sopravvivenza, come un’Arca di Noè, fatta di materiali semplici e poveri - spiegano i curatori Anna Musini e Gregorio Mazzonis - Un accampamento che sembra essere sorto spontaneamente, registrando il ricordo di esperienze vissute, di un vagabondare randagio, di una condizione nomade".
Alla Fondazione Merz arriva "Beirut, I Love You – A Work in Progress" della londinese trentaseienne Zena el Khalil che vive e lavora a Beirut. Si tratta di una video-installazione realizzata intorno ai temi e ai personaggi di un lungometraggio girato in collaborazione con il regista Gigi Roccati, ispirato all’omonimo romanzo e memoir pubblicato dall’artista nel 2008. "Il video racconta una storia universale di amore tra due grandi amiche, ambientata sulla linea dei conflitti globali, nel crepuscolo del secondo millennio - dice la curatrice Maria Centonze - è un atto di resistenza che rivendica la bellezza contro la costante minaccia della guerra. Con questo progetto Zena el Khalil mira a rompere gli stereotipi, costruendo metaforici ponti tra Oriente e Occidente".
Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo spicca "The End – Venezia" dell'islandese Ragnar Kjartansson, classe '76, già presentato nel 2009 alla Biennale di Venezia per il padiglione Islandese. Da portentoso performer, Kjartansson infonde al suo lavoro un gusto per la teatralità, la messinscena, la recitazione, come dimostra il suo lavoro che evoca la mirabolante impresa compiuta a Venezia, quando con una performance di sei mesi, l'artista ha dipinto giorno dopo giorno lo stesso soggetto in costume da bagno. Kjartansson ha vissuto i panni di un pittore bohémien, che nel proprio studio sul Canal Grande passava il tempo dipingendo, giorno dopo giorno, il ritratto dello stesso giovane modello (l’amico e artista Páll Haukur Björnsson), che si aggirava languido nello studio, fumando sigarette, bevendo birra, ascoltando musica e posando per l’artista. I 144 dipinti che compongono l'opera sono il documento artistico di questa esperienza. E l’installazione ha l’aspetto di un’antica quadreria.
Infine, nella corte medievale di Palazzo Madama il rumeno Dan Perjovschi, classe '61, porta l'installazione site-specific "Ruin Politics". "Dan Perjovschi presenta una nuova serie di disegni realizzati direttamente sul pavimento della Corte, uno spazio fortemente connotato dalla presenza di rovine d’epoca romana - racconta la curatrice, la stessa Sarah Cosulich Canarutto - Proprio l’idea di rovina diviene punto di partenza per un’analisi dell’artista sulla società contemporanea, spaziando da problematiche globali a questioni specificatamente europee per arrivare a toccare l’Italia con le sue realtà e contrasti".
Notizie utili - "Artissima 2012. It’s Not the End of the World", dal 9 novembre al 6 gennaio 2013, ad eccezione della mostra a Palazzo Madama, che chiuderà il giorno 8 dicembre 2012. Varie sedi, Torino.
Ingresso: secondo tariffa ordinaria (gratis Palazzo Madama).
Informazioni: 011-19744106