Sculture e installazioni che portano lo stesso materiale nel dna. Una storia che mescola arte e territorio e che ora rivive con Carrara Marble Weeks 2013
La monumentalità del marmo, la maestria degli scultori, la storia dei mosaici. Almeno questa parte del nostro patrimonio italiano non è in vendita ed è difficilmente acquisibile da chiunque non sia di Carrara, città dove un materiale - e le aziende che lo usano e valorizzano da sempre - ha fatto la storia del luogo. In giorni come questi, in cui giunge l'ennesima notizia che un altro marchio di eccellenza del nostro Paese ha cambiano bandiera, fa piacere sapere che ci sono iniziative come Carrara Marble Weeks 2013: un ricco programma di mostre, dibattiti, arte, design e architettura per tutta l'estate fino all'8 settembre, con visite possibili fino a tarda sera.
Rende merito a questa realtà la mostra "1957/2010: Un percorso nella storia della Biennale di Scultura in Carrara", a cura di Lucilla Meloni. Organizzata dall'Accademia di Belle Arti e sostenuta e promossa da Carrara Fiere, la mostra si inserisce nella sezione dedicata alle Arti Visive di Marble Weeks, sezione nuova dell'edizione di quest'anno.
La mostra è ospitata in due diverse sedi espositive, all'Accademia di belle arti al Centro arti plastiche. L'esposizione ricrea uno spaccato storico della Biennale di scultura di Carrara, la cui prima edizione si tenne nel 1957, ed è articolata in due parti: una è costituita dalle opere di proprietà del Comune (acquisite o donate) con opere, tra le altre, di Marco Bagnoli, Mirko Basaldella, Bizhan Bassiri, Pedro Cabrita Reis, Jannis Kounellis, Hidetoshi Nagasawa, Nunzio.
Il secondo nucleo di opere, ospitato nell'Aula Magna dell'Accademia, in Palazzo Cybo Malaspina, propone un percorso tra artisti che hanno partecipato negli anni alla Biennale: Enrico Castellani, Mario Merz, Idetoshi Nagasawa, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti.
Ma il marmo non vuole dire ripetere sé stessi e confrontarsi soltanto con opere di artisti delle generazioni passato. L'apertura artistica è a 360 gradi e nel programma c'è una personale originale e tutta da scopire come quella di Abel Herrero, artista nato a Cuba nel 1971 ma da anni residente in Italia: è suo il progetto espositivo site-specific ambientato nell'aula magna dell'ex Convitto Vittorino Da Feltre di Carrara.
Per la mostra "Paradiso", con testo critico di Chiara Canali, Herrero ha realizzato un'installazione con una tela monocromatica, un vaso di marmo di tipo Nero Marquinia e una voce recitante.
"Vaso Comunicante N.1" il nome dell'installazione-scultura, che rappresenta la cassa di risonanza tra opera e contesto, tra artista e pubblico che è invitato a interagire e ascoltare la voce recitante tramite telefono: dall'altra parte del filo si sentirà declamare la poesia "Variazioni sull'istante eterno" del poeta spagnolo José Hierro del Real (Madrid, 1922-2002). Quella di Herrero non è l'unica installazione di arte contemporanea presente a Carrara. Presso le sale del piano terra di Palazzo Binelli si potrà vedere anche quella di Gianni Colosimo, "L'arcana profezia delle sette vacche tibetane", a cura di Marco Senaldi.
FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)
Nessun commento:
Posta un commento