Il disegno, conservato alla Biblioteca reale di Torino, è stato portato nella capitale per essere sottoposto alle numerose indagini. A decidere sarà un convegno a giugno
Ispezione dettagliata della morfologia della superficie, mapparne le macchie, accertare la presenza sull'opera di minerali, verificare eventuali sorprese nel recto del foglio.
Questi i principali obiettivi delle analisi effettuate dall'Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma che hanno analizzato l'autoritratto del più noto maestro rinascimentale italiano, Leonardo. I risultati delle indagini sono stati anticipati questa mattina presso l'istituto alla presenza, tra gli altri, del segretario generale ministero dei Beni e le attività culturali, Antonia Pasqua Recchia, del direttore del Icrcpal, istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario, Maria Cristina Misiti, e del comandante generale dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, Pasquale Muggeo.
Lo studio, conclusosi dopo circa un mese, ha puntato a individuare lo stato di salute dell'opera. Biologi e chimici che hanno indagato ogni millimetro del disegno eseguito con la sanguigna costituita da ematite, sono stati anche impegnati nell'analisi sulla sua provenienza e a studiare il tratto del genio leonardesco.
Questo grazie alla collaborazione tra l'istituto, la direzione regionale del Piemonte per i Beni culturali, il Politecnico di Torino il Consorzio 'La Venaria reale', il disegno ha lasciato il Piemonte ed è stato portato nella capitale per essere sottoposto alle numerose indagini. "Stando a quanto emerso dalle analisi - ha
spiegato Misiti - l'opera risulta "malata". Il lavoro di Leonardo presenta, infatti, diffuse macchie di foxing come un morbillo, che rappresentano la principale ipoteca sulla sua conservazione". Attraverso la spettrometria da fluorescenza X sono stati, invece, riscontrati particolari segni di colature, mentre le analisi biologiche hanno evidenziato la presenza di spore di muffe. "E' emerso come primo risultato - ha aggiunto il direttore dell'istituto - la necessità di sottoporre il disegno a un'operazione di pulitura e a un eventuale intervento chimico di riduzione. Questo procedimento consentirebbe di agire su due fronti diversi: da una parte arrestare il processo degenerativo, dall'altra rendere meno debole il supporto cartaceo che conserva il ritratto".
La decisione finale spetta però alla comunità di scienziati, restauratori, storici dell'arte e conservatori delle più importanti raccolte grafiche del mondo che il 25 e il 26 giugno si riuniranno a Roma in un workshop internazionale organizzato dall'Icrcpal e dal centro universitario europeo per i beni culturali.
"Questo lavoro dimostra - ha detto Recchia - l'eccellenza tecnica, scientifica e metodologica dell'istituto, all'avanguardia in operazioni così complesse. Il coinvolgimento della comunità scientifica internazionale nelle decisioni finali denota una scelta di grande significato. Questo centro è in grado di restaurare il meglio del meglio che c'è nel mondo. Qui si sono restaurate le lettere di Aldo Moro".
FONTE: repubblica.it