lunedì 30 gennaio 2012

Wildt, scultore estremo del '900 in una grande mostra a Forlì

I Musei San Domenico celebrano un maestro dimenticato. Amato da D'Annunzio, Pirandello e Mussolini, Wildt è lo scultore borderline, tra gusto gotico e romantico, titanico e macabro


Il caso Wildt. Uno dei più lunghi, accidentati, controversi della storia dell'arte del secolo scorso. Passato al tritacarne della critica, sia in vita sia dopo la morte nel 1931, per quella sua estetica sempre borderline, mai allineata alla placida e confortevole classicità, ma neanche al servizio delle incalzanti avanguardie. Autore anticonformista, amato da Gabriele D'Annunzio e da Luigi Pirandello per la romantica, eroica - se non addirittura wagneriana - esuberanza teatrale delle sue figure, che collezionava fortuna soprattutto in ambito tedesco (suo sostenitore, il mecenate prussiano Franz Rose) ma ricordato nel secondo dopoguerra come l'autore "imbarazzante" che aveva saputo immortalare Mussolini nel busto colossale inondato di un'aura da tragico e inquietante idolo moderno. 
Un caso che ora vuole risolvere la grande mostra "Wildt L'anima e le forme da Michelangelo a Klimt", che va in scena nei Musei San Domenico dal 28 gennaio al 17 giugno sotto la cura di Fernando Mazzocca in collaborazione con Paola Mola. Un percorso che vuole ricucire i tasselli di una personalità eclettica che dialoga attraverso i secoli con la grandiosità ciclopica delBuonarroti, passando per la glaciale morbidezza del Canova fino alla complessità simbolica di gusto secessionista. 

Adolfo Wildt, milanese doc (1868-1931), originario di una famiglia modesta e maturato a bottega nella fatica pragmatica della scultura, diventa protagonista di una retrospettiva che punta a riscriverne il carattere e la tempra con un inedito confronto serrato attraverso i maestri, quelli che l'hanno ispirato e che da lui sono rimasti influenzati, attraversando il passato di Fidia, Cosmè Tura, Antonello da Messina, Dürer, Pisanello, Bramante, Michelangelo, Bramantino, Bronzino, Bambagia, Bernini, Canova, e la modernità di Previati, Mazzocutelli, Rodin, Klimt, De Chirico, Morandi, Casorati, Fontana, Melotti. Fino a Klimt che a lui guardò con interesse vivido. 

"L'indubbia originalità della vicenda creativa di Wildt - dice Mazzocca - destinata fatalmente a dividere i moltissimi che tra il 1912, quando si rivelava con un'opera sconvolgente come la Trilogia  e il 1931, si sono occupati di lui, emerge dal percorso di una fortuna scandita dalle scelte di committenti e di collezionisti senza pregiudizi, dal suo continuo mettersi in gioco alle esposizioni con una presenza che ha continuato a suscitare sempre vivaci polemiche  e costretto i suoi interpreti a mettersi a loro volta in gioco". 

Cuore della mostra sono le opere conservate a Forlì, legate al mecenatismo della famiglia Paulucci di Calboli, insieme all'Archivio Scheiwiller del famoso editore milanese suocero di Wildt che ne aveva sposato la figlia. A queste si aggiungono prestiti emblematici tra sculture e grafiche. Gotico e barocco, titanico e macabro, inquieto e angosciante, sono queste le anime che convivono nell'opera di Wildt che seduce e turba, stupisce e spaventa, quintessenza di uno stile "sublime" in chiave liberty. Il vuoto delle orbite degli occhi dei suoi volti, i profili ossuti, scheletri che emergono sotto una pelle tirata, bocche trasfigurate da spasmi di dolore, denti che guizzano nelle maschere ispirate a quel teatro che tanto amava e che lo faceva amare dai drammaturghi. 

Lo raccontano opere come "La vedova" di un venticinquenne Wildt in cui ritraeva la moglie Dina, "La maschera del dolore (Autoritratto)", il "Torso del gladiatore",  il doppio "Carattere fiero/Anima gentile", il gioco delle maschere che si moltiplica nel Monumento  funebre ad Aroldo Bonzagni, le maschere commissionate da Pirandello per i Se personaggi in cerca d'autore, i busti colossali delle celebrity dell'epoca, da Vittorio Emanuele III a Pio IX, da Margherita Sarfatti ad Arturo Toscanini, fino al "Crociato" e al "Prigione". 

Notizie utili - "Wildt L'anima e le forme da Michelangelo a Klimt", dal 28 gennaio al 17 giugno 2012, Musei San Domenico, Forlì.
Orari: martedì- venerdì 9:30-19. sabato-domenica e festivi 9:30-20.
Ingresso: intero €10, ridotto €7.
Informazioni prenotazioni: www. mostrawildt. it; visite guidate e laboratori: tel. 02.43353520 servizi@civita. it.
Catalogo: Silvana Editoriale.

FONTE: Laura Larcan (repubblica.it)

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