Sono le prime raffigurazioni dei volti di Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni
«Sono le più antiche immagini degli apostoli e risalgono alla fine del IV Secolo». Così Fabrizio Visconti, sovrintendente ai lavori archeologici delle catacombe di Santa Tecla a Roma ha annunciato la scoperta delle icone di Pietro, Paolo, Andrea e Giovanni, le prime raffigurazioni del volto dei quattro apostoli.
Nelle catacombe di S.Tecla - aveva scritto il 27 giugno 2009, pochi giorni dopo il ritrovamento, l'Osservatore Romano - era stata scoperta la più antica icona di San Paolo. La scoperta era stata fatta grazie all'uso del laser, nel corso del restauro delle decorazioni di una volta di un cubicolo, lo stesso in cui sono state trovate le nuove immagini, datate all'incirca alla fine del IV secolo.
Nascoste per secoli sotto un cubicolo situato sotto un palazzo risalente agli anni '50. Fabrizio Bisconti, sovrintendente ai lavori archeologici delle catacombe di Santa Tecla a Roma spiega che «Per Andrea e Giovanni si tratta delle prime rappresentazioni iconografiche in assoluto, mentre per Pietro e Paolo esistevano già delle rappresentazioni ma mai da soli e mai sotto forma di icona».
I quattro dipinti, come detto, si trovavano sotto un cubicolo fatto edificare da una nobildonna del tardo Impero romano, che commissionò la decorazione della tomba basandosi prettamente su temi biblici. Il cubicolo e l'intera struttura delle catacombe sono situate sotto un palazzo risalente agli anni '50, la cui costruzione non ha danneggiato i reperti archeologici. «Come facciamo ad essere sicuri che si tratti proprio dei santi apostoli? Abbiamo confrontato le immagini con alcune rappresentazioni degli apostoli che possiamo ritrovare a Ravenna e risalenti a qualche tempo dopo complete anche di didascalia. Pietro, ad esempio, è rappresentato con un'immagine stereometrica e con una incipiente calvizie».
Le opere come sottolineato da Bisconti, rappresentano un'importante scoperta archeologicama «chi le ha disegnate non era certamente un pittore raffinato, anzi, direi, estremamente corrivo». Nella volta del cubicolo ci sono anche le immagini di una matrona romana e di «un fitto cassettonato che forse imitava la Basilica di San Paolo sappiamo che alla fine del IV secolo era stato ricostruito un "martyrium paolino" e diverse fonti ci dicono che il soffitto era tutti travi e lamine d'oro».
«Il cubiculo - prosegue il sovrintendente Bisconti - emula un mausoleo o una basilica. Vicino c'è l'immagine di un collegio apostolico con cristo al centro tra gli apostoli, come di solito era raffigurato negli absidi delle basiliche romane. La matrona appare ingioiellata insieme alla figlia in atteggiamento orante». «Alla fine di IV secolo a Roma vive San Girolamo, che dà avvio a una sorta di ascetismo quasi monacale, coinvolgendo diverse matrone della città. E la donna sepolta in quel cubicolo poteva essere una di queste aristocratiche che, convertita al Cristianesimo, viaggia poi in Terra Santa per vedere i luoghi degli apostoli. Poi, al ritorno, fa riprodurre le loro immagini sulla tomba. In ogni caso, sono le icone più antiche a figura intera di Pietro e Paolo e, in assoluto, quelle più antiche di Andrea e Giovanni».
FONTE: ilmessaggero.it
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