Partendo da una vasca piena di liquido e colore, Danilo Giannoni scrive, disegna e definisce nuove forme di "caos"
Un caleidoscopio di colori e di emozioni, colori che danzano soavemente, soggetti fluidi impressi per sempre, il tocco delicato di un artigiano che diventa passione, pennellate che sembrano infuocate, fiumi che sembrano rompere gli argini: soggetti in movimento che conquistano l'eternità, rabbia che diventa pace e silenzio. Sono queste alcune delle impressioni che si vivono osservando queste preziose opere, realizzate con una tecnica particolarissima e antichissima, unica al mondo, chiamata Ebru, parola turca che deriva dal persiano ebri "nuvoloso".
Sarà inaugurata giovedì 21 maggio presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte, in via Margutta 118 a Roma, la mostra personale di Danilo Giannoni “Caos liquido”, voluta ed interpretata dalla sensibilità di Tina Vannini, a cura di Francesca Barbi Marinetti e organizzata da Anita Valentina Fiorino. La mostra sarà visitabile sino al 9 luglio ad ingresso libero. Nelle zone dell’India e dell’Iran quella Ebru era una tecnica applicata praticamente per la maggior parte dei libri ed è lecito supporre che tragga origine dalla zona di Bukhara (attuale Uzbekistan) e risalga ad almeno 3000 anni fa. La tecnica si è poi diffusa lungo la Via della Seta fino in Iran, India e nei Paesi Arabi, sino ad affermarsi in Turchia nel corso del XVII secolo. L'origine del nome allude poeticamente alla sua mutevolezza e labilità poiché, come una nuvola o un insieme di nubi, ogni quadro è unico e irripetibile. Partendo da una vasca piena di acqua e colore, Danilo Giannoni, uno dei pochissimi seguaci di questo stile artistico in Italia, scrive, disegna, definisce linee e forme dipingendo in una grande massa di liquido. Il colore, grazie a sostanze esclusivamente vegetali che gli permettono di rimanere a galla, diventa fluido e soggetto a modifiche, permettendo la creazione di macchie, venature, onde, profili, sagome, che diventano tutto e niente, che ipnotizzano ma rilassano, creando una serie di emozioni contrastanti che colpiscono grazie al loro ordinato caos multicolore. Una volta terminato, un foglio di carta di riso renderà questo frenetico ed eterno “panta rei” immobile, ma incredibilmente soggettivo. “Quando vado in studio e sono ispirato a dipingere mi piace molto accendere la musica – spiega l’artista Danilo Giannoni - Ho una sound track del mio lavoro che è molto particolare parte da Mozart a Bach, da Pergolesi a Vivaldi, da Coldplay a Mina, dalla divina Callas a Renata Tebaldi. Mi lascio così trasportare da una routine artistica e meccanica, cercando di limitare, se non escludere in toto, la mia influenza nell'opera. Io sono la pioggia di colori che con l'aiuto del vento e del movimento dell'acqua crea questi mondi: ognuno di questi si muove, evolve, lotta, fino alla conquista del Caos. Forse l'ispirazione principale è sempre e solo stata la vita, cercare di riprodurre la creazione di un mondo con tutti i suoi tormenti, sviluppi, fallimenti, successi e paure”. Dopo una formazione d’eccellenza alla scuola orafa valenzana, che gli permette nella vita di avviare un’attività d’alto livello, Danilo Giannoni per soddisfare una sete creativa che lo portasse oltre il mestiere di fine artigianato, si accosta alla conoscenza dell’ebru ad Istanbul dove si ferma per apprenderne l’arte per ben cinque anni. Si mescolano qui motivazioni personali e la volontà di realizzare le visioni della propria ricerca interiore che nella vita lo aveva spinto allo sconfinamento estetico e culturale. “Pregno di storia e profondità simbolica, l’antica arte dell’ebru per Danilo Giannoni è stata una folgorazione sulla via di Damasco - afferma la curatrice Francesca Barbi Marinetti - tecnica e opera sono tutt’uno, connubio esemplare del percorso dell’artista e della sua poetica. Le dimensioni cercate sfuggono al tradizionale utilizzo dell’ebru, obbedendo invece al polso e alla sete creativa. È in questo passaggio che avviene la differenza, che l’opera d’arte si fa tale. In un viaggio del corpo e dell’anima attraverso territori e culture differenti Giannoni riconosce come denominatore comune gli elementi primari e primordiali. Acqua, Fuoco, Terra, Aria. Nella visione alchemica sono gli elementi alla base delle origini del mondo dal caos e dell’equilibrio che regola le leggi cosmiche”. Danilo Giannoni è un artista contemporaneo piemontese, attualmente residente a Hong Kong. L'antica tecnica pittorica turca della pittura sull'acqua è la sintesi della tradizionale tecnica ebru combinata a nuovi metodi e materiali, sino all'aggiunta di sagome e figure sulle tele. Danilo è stato protagonista di diverse mostre, dal 2002 al 2006, in Turchia, nel 2005 a Milano, dal 2010 al 2012 in Cina. Ma è anche il fondatore di Giamore, brand italiano di gioielleria di alto lusso. L’azienda di gestione italo-francese fondata nel 2012 è già una solida realtà nel panorama internazionale, con un laboratorio a Hong Kong e alcune collaborazioni in Italia. I suoi gioielli sono caratterizzati da una manodopera altamente specializzata nella ricerca e nell'acquisizione di pietre rare e nella creazione di pezzi unici, realizzabili su misura, secondo il gusto e la personalità della propria clientela e dei collezionisti.
Sarà inaugurata giovedì 21 maggio presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte, in via Margutta 118 a Roma, la mostra personale di Danilo Giannoni “Caos liquido”, voluta ed interpretata dalla sensibilità di Tina Vannini, a cura di Francesca Barbi Marinetti e organizzata da Anita Valentina Fiorino. La mostra sarà visitabile sino al 9 luglio ad ingresso libero. Nelle zone dell’India e dell’Iran quella Ebru era una tecnica applicata praticamente per la maggior parte dei libri ed è lecito supporre che tragga origine dalla zona di Bukhara (attuale Uzbekistan) e risalga ad almeno 3000 anni fa. La tecnica si è poi diffusa lungo la Via della Seta fino in Iran, India e nei Paesi Arabi, sino ad affermarsi in Turchia nel corso del XVII secolo. L'origine del nome allude poeticamente alla sua mutevolezza e labilità poiché, come una nuvola o un insieme di nubi, ogni quadro è unico e irripetibile. Partendo da una vasca piena di acqua e colore, Danilo Giannoni, uno dei pochissimi seguaci di questo stile artistico in Italia, scrive, disegna, definisce linee e forme dipingendo in una grande massa di liquido. Il colore, grazie a sostanze esclusivamente vegetali che gli permettono di rimanere a galla, diventa fluido e soggetto a modifiche, permettendo la creazione di macchie, venature, onde, profili, sagome, che diventano tutto e niente, che ipnotizzano ma rilassano, creando una serie di emozioni contrastanti che colpiscono grazie al loro ordinato caos multicolore. Una volta terminato, un foglio di carta di riso renderà questo frenetico ed eterno “panta rei” immobile, ma incredibilmente soggettivo. “Quando vado in studio e sono ispirato a dipingere mi piace molto accendere la musica – spiega l’artista Danilo Giannoni - Ho una sound track del mio lavoro che è molto particolare parte da Mozart a Bach, da Pergolesi a Vivaldi, da Coldplay a Mina, dalla divina Callas a Renata Tebaldi. Mi lascio così trasportare da una routine artistica e meccanica, cercando di limitare, se non escludere in toto, la mia influenza nell'opera. Io sono la pioggia di colori che con l'aiuto del vento e del movimento dell'acqua crea questi mondi: ognuno di questi si muove, evolve, lotta, fino alla conquista del Caos. Forse l'ispirazione principale è sempre e solo stata la vita, cercare di riprodurre la creazione di un mondo con tutti i suoi tormenti, sviluppi, fallimenti, successi e paure”. Dopo una formazione d’eccellenza alla scuola orafa valenzana, che gli permette nella vita di avviare un’attività d’alto livello, Danilo Giannoni per soddisfare una sete creativa che lo portasse oltre il mestiere di fine artigianato, si accosta alla conoscenza dell’ebru ad Istanbul dove si ferma per apprenderne l’arte per ben cinque anni. Si mescolano qui motivazioni personali e la volontà di realizzare le visioni della propria ricerca interiore che nella vita lo aveva spinto allo sconfinamento estetico e culturale. “Pregno di storia e profondità simbolica, l’antica arte dell’ebru per Danilo Giannoni è stata una folgorazione sulla via di Damasco - afferma la curatrice Francesca Barbi Marinetti - tecnica e opera sono tutt’uno, connubio esemplare del percorso dell’artista e della sua poetica. Le dimensioni cercate sfuggono al tradizionale utilizzo dell’ebru, obbedendo invece al polso e alla sete creativa. È in questo passaggio che avviene la differenza, che l’opera d’arte si fa tale. In un viaggio del corpo e dell’anima attraverso territori e culture differenti Giannoni riconosce come denominatore comune gli elementi primari e primordiali. Acqua, Fuoco, Terra, Aria. Nella visione alchemica sono gli elementi alla base delle origini del mondo dal caos e dell’equilibrio che regola le leggi cosmiche”. Danilo Giannoni è un artista contemporaneo piemontese, attualmente residente a Hong Kong. L'antica tecnica pittorica turca della pittura sull'acqua è la sintesi della tradizionale tecnica ebru combinata a nuovi metodi e materiali, sino all'aggiunta di sagome e figure sulle tele. Danilo è stato protagonista di diverse mostre, dal 2002 al 2006, in Turchia, nel 2005 a Milano, dal 2010 al 2012 in Cina. Ma è anche il fondatore di Giamore, brand italiano di gioielleria di alto lusso. L’azienda di gestione italo-francese fondata nel 2012 è già una solida realtà nel panorama internazionale, con un laboratorio a Hong Kong e alcune collaborazioni in Italia. I suoi gioielli sono caratterizzati da una manodopera altamente specializzata nella ricerca e nell'acquisizione di pietre rare e nella creazione di pezzi unici, realizzabili su misura, secondo il gusto e la personalità della propria clientela e dei collezionisti.
FONTE: Francesco Salvatore Cagnazzo (ilmessaggero.it)
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