La nuova programmazione del Museo di Zaha
Hadid riparte dai numeri incoraggianti e coinvolge tutte le arti,
attività extra incluse. Ecco gli eventi, dalle personali tradizionali al
ritorno di Roma Interrotta, fino al tributo alla nascita della fashion
italiana
L'importanza delle cifre più che delle opere d'arte. Dopo un 2012 di
commissariamento e un 2013 di assestamento, il Museo delle arti del XXI
secolo di Roma (guarda il Maxxi)
, inizia il nuovo anno con la necessità di fare i conti e ripartire
dai numeri che, finalmente, iniziano ad essere incoraggianti. Oltre il
40 per cento di visitatori in più rispetto all'anno precedente, 250mila
accessi alla piazza da giugno 2013, una media di 1.500 al giorno con una
affluenza di maggioranza internazionale, romana al 32 per cento e dal
resto d'Italia al 28 per cento. Donne adulte quelle che lo frequentano
di più. In forte crescita anche il numero del pubblico online (+85 per
cento) che, con oltre 110mila contatti, rende il museo più social tra
quelli italiani.
E poi le mostre: 37 di cui 27 prodotte o
coprodotte e 6 esportate all'estero nel 2013. E nel 2014? Cosa ci sarà
da vedere quest'anno nell'edificio progettato nel 2010 da Zaha Hadid?
Si inizia a febbraio con Utopia for Sale? a cura del nuovo
direttore Hou Hanru che, con questa esposizione, rende omaggio
all'artista americano Allan Sekula, scomparso cinque mesi fa. Insieme
alle sue opere video e installazioni anche quelle di altri artisti come
Noel Burch, Amie Siegle, Cao Fei, Li Liao e Adelita Husni-Bey, tutti
focalizzati sui temi della globalizzazione, per fare il punto su come
stanno cambiando le utopie contemporanee rispetto a quelle del passato. Hanru sarà anche il curatore di Indipendent space a giugno e Open Museum, Open City a ottobre, in cui ci sarà spazio per opere audio e progetti più trasversali.
L'attenzione
all'arte italiana torna a marzo, con la personale di Ettore Spalletti, a
cura di Anna Mattirolo e in sinergia con alti importanti musei del
nostro Paese come la Gam di Torino e il Madre di Napoli, tutti uniti
per rendere protagonista il lavoro di un artista che è certamente
complesso e vasto, oltre che riconosciuto a livello internazionale. Di
Spalletti, fino a settembre, saranno esposte le installazioni ambientali
più recenti, ma anche opere pensate per il museo dalle dimensioni meno
monumentali, dipinti e sculture.
Sempre a marzo ci sarà Verso la Grande Brera,
a cura di Caterina Bon Valsassina e Margherita Guccione che, ereditando
l'esposizione dalla Triennale di Milano, portano in mostra al Maxxi di
Roma i progetti in gara per la ristrutturazione di Palazzo Citterio. Ad
aprile è tempo di una riedizione della storica mostra Roma interrotta.
Quest'anno, infatti, grazie alla donazione fatta al MAXXI dall'archivio
di Incontri Internazionali d'Arte di Gabriella Lonardi Buontempo,
rivivrà negli spazi del museo l'esposizione curata da Piero Sartogo nel
1978 ai Mercati di Traiano.
Maggio è il mese del Premio Maxxi, a
cura di Giulia Ferraci con i quattro finalisti in mostra: Yuri Ancarani,
Micol Assaël, Linda Fregni Nagler e Marinella Senatore. E spazio anche
all'architettura con Geografie Italiane. Viaggio nell'architettura
contemporanea e al design con la personale di Gaetano Pesce e la
collettiva Design Destinations, a cui parteciperanno i talenti della
Design Academy di Eindhoven, a cura di Domitilla Dardi.
A giugno ritorna Yap Maxxi,
l'ormai conosciuto programma dedicato ai giovani architetti, a cura di
Margherita Guccione e Pippo Ciorra, in partnership con il MoMA di New
York. L'anno si chiuderà con United History, sequences of the
modern in Iran form 1960 until now, un'anteprima europea che ripercorre
la storia delle arti visive dell'Iran in epoca moderna, a cura di
Catherine David, Odile Burluraux, Morad Montazami, Narmine Sadeg e Vali
Mahlouji e in programma per dicembre. Nell'ultimo mese del 2014, ci sarà
anche l'altra personale curata da Hou Hanru, questa volta dedicata a
Huang Yong Ping, cinese affermato e conosciuto soprattutto in Francia,
dove vive e lavora dagli anni Ottanta.
Ci sono inoltre due mostre ancora con data di inizio da definire: Bellissima. L'Italia dell'alta moda 1945-1968 a cura di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo e Stefano Tonchi e Architecture in Uniform,
a cura di Jean Louis Cohen e Maristella Casciato. Insomma, mostre di
diverso genere, per accontentare più di un pubblico, a cui si aggiunge
quello degli eventi, dei talk, dei film in programmazione. Perché i
quasi 300mila visitatori che sono arrivati nel museo lo scorso anno sono
entrati a vedere le mostre anche per le tanto discusse lezioni di yoga
che si sono tenute nella piazza antistante. Se per molti sono state una
profanazione dell'arte, di sicuro si sono rivelate un appuntamento che
ha fatto entrare nel museo un target di gente che non si sarebbe recato a
vedere una mostra. Un modo per allargare la fruizione della sede
espositiva a più gente possibile, proprio come succede ovunque il museo
viene concepito come luogo da vivere, da tutti e per tutti.
FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)
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