All'Ara Pacis di Roma in mostra gli scatti del grandissimo autore brasiliano, con il chiaro intento di riportare l'uomo a rispettare il pianeta
Galápagos, Brasile, Zambia. Zone di un pianeta che tutti dovremmo tenere a mente, parti di continenti di cui spesso dimentichiamo l'esistenza, aldilà delle cronache che inducono a perdere di vista il lato vero di quelle terre, la loro bellezza e l'importanza centrale che hanno per l'ecosistema. A ricordarcene, con una mostra, è Sebastião Salgado, le cui foto sono esposte da oggi fino al 15 settembre all'Ara Pacis di Roma. "Genesi. Fotografie di Sebastião Salgado " a cura di Lélia Wanick Salgad, moglie del fotografo, raccoglie oltre 200 scatti ed è molto di più di un'esposizione: è un'esortazione a riconsiderare con la giusta attenzione la Terra e a trattarla con cura. É una vera e propria "chiamata alle armi" come si legge in una delle pareti dell'Ara Pacis: "Non possiamo continuare a inquinare terreni, acqua e aria. Dobbiamo agire adesso per preservare le terre e i mari incontaminati, per proteggere i santuari naturali di animali e antichi popoli. E possiamo spingerci oltre, cercando di riparare ai danni che abbiamo causato". Firmato Sebastião Salgado e Lélia Wanick Salgad.
Marito e moglie non si sono limitati alle belle parole ma hanno dato il loro contributo riforestando una proprietà nel sud-est del Brasile, piantando circa due milioni di alberi di oltre 300 specie diverse per "respirare meglio e nutrire speranze per il futuro del nostro pianeta" scrivono. La presa di posizione è palese: se prima i soggetti di Salgado erano soprattutto esseri umani ora lo sguardo si posa anche sulle altre specie, animali e vegetali, si concentra sulla natura, ci svela parti del Pianeta mai viste come il Cerro Torre (la cima del Campo de Hielo Sur, situato in Patagonia, fra Argentina e Cile, le cui foto introducono il percorso espositivo), ci racconta altre forme di vita, come quella minerale. "La specie minerale è viva quanto noi" ha detto Salgado all'inagurazione della mostra. E "Genesi" è effettivamente un inno al rispetto dell'ecosistema inteso in maniera globale.
"Per fotografare gli animali ho dovuto imparare a mettermi di fronte a loro alla pari" ha spiegato il fotografo, che ha raccontato qualche aneddoto con cui è riuscito a immortalare, ad esempio, le tartaruge delle Galapagos. Accucciandosi, avvicinandosi, indietraggiando e rimanendo in silenzio ad osservare e ad aspettare. Quattro ore per entrare in confidenza con loro ed ecco gli scatti, solo dopo che l'animale ha dato il consenso andando incontro al fotografo con naturale accoglienza. Tutte le foto esposte sono in bianco e nero e raccolte in cinque diverse sezioni: il Pianeta Sud, i Santuari della Natura, l'Africa, il grande Nord, l'Amazzonia e il Pantanàl. Un discorso a parte meritano le didascalie, quelle che spesso fanno impazzire -per avarizia di informazioni- i visitatori. In questa mostra i dati accanto ad ogni foto abbondano: si trova scritto l'anno e il luogo esatto in cui è stata scattata l'opera -una mappatura mondiale- dalla Siberia all'oceania, si leggono i nomi di popolazioni indigene mai sentite prima, si scoprono particolari che rivelano come è stato possibile realizzare lo scatto, per esempio da una mongolfiera, per non disturbare le mandrie in corsa.
Un viaggio nel viaggio, a metà strada tra etnologia ed ecologia, che termina con uno scatto fatto sul parco nazionale del Bryce Canyon, nel sud-ovest degli Stati Uniti, Utah. Dopo aver fatto un salto sin lassù si può uscire dall'Ara Pacis e reimmergersi in Roma, con nuove semplici consapevolezze e gli occhi pieni di altre forme di vita.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovrintendenza Capitolina e dalla Camera di Commercio di Roma con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, realizzata da Amazonas Images e prodotta da Contrasto e Zètema Progetto Cultura, o, Genesi presentata in prima mondiale a Roma si svolgerà in contemporanea con altre grandi capitali (Londra, Rio De Janeiro e Toronto).
Info utili. Mostra: Genesi. Fotografie di Sebastião Salgado
Luogo: Museo dell'Ara Pacis, Lungotevere in Augusta, Roma
Apertura al pubblico: 15 maggio - 15 settembre 2013
Orari: martedì, mercoledì e da venerdì a domenica ore 9.00- 20.00 (ultimo ingresso 19); giovedi aperta fine alle 22, ultimo ingresso 21; chiuso il lunedì
Info Mostra. 060608 (tutti i giorni ore 9.00- 21.00) oppure a questo link.
twitter #genesisalgado
Biglietti. Solo mostra € 10 intero, € 8 ridotto, € 4 speciale scuola, € 22 speciale famiglie. Biglietto integrato museo/mostra: € 16 intero, € 12 ridotto.
FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)
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