A Palazzo Reale la preziosa raccolta dello sceicco al-Sabah
Quando si parla di arte islamica subito ci vengono in mente gli arabeschi. Stilizzazioni elegantissime di elementi vegetali che diventano pura astrazione. Quasi che la religione islamica fosse radicalmente iconoclasta e vietasse qualsiasi forma di figurazione. A sfatare questo luogo comune è la mostra dedicata all'Arte della civiltà islamica, scenograficamente allestita nelle sale di Palazzo Reale.
Una rassegna di 350 pezzi selezionati tra le oltre 30 mila opere della Collezione al-Sabah: un corpus straordinario di piccoli e grandi capolavori raccolti dal 1975 ad oggi dello sceicco kuwaitiano Nasser Sabah Ahmed alSabah e da sua moglie.
Il percorso espositivo è scandito in due parti. Prima si procede cronologicamente, ripercorrendo lo sviluppo della civiltà islamica dal VII secolo al XVIII. Dagli esordi in Arabia, seguiti dalla veloce, e anche violenta, espansione dall'Occidente di allora, la Spagna, fino al medio ed estremo Oriente. La seconda sezione documenta tematiche trasversali a tutta l'arte islamica. La calligrafia anzitutto, forma artistica privilegiata da una religione che combatte l’idolatria e che è tutta incentrata sulla parola di Maometto.
Tra tanti esempi, si veda il foglio in pergamena con una frase del Corano scritta in stile epigrafico kufico, reperto del IX secolo proveniente da Kairouan. Quasi coevo è lo sviluppo di motivi geometrici e degli arabeschi ideati come astrazione di elementi fitomorfi e zoomorfi, come la scatola cilindrica di avorio scolpito con la raffigurazione di unicorni, uccelli e piante, un capolavoro d'inizio XI secolo proveniente dalla Spagna, e nella brocca di vetro decorata con girali spiraliformi (Iran, X secolo). Il percorso si chiude con una sezione di arte figurativa e con le sale riservate ai gioielli, gran finale di tutta la mostra. Qui ammiriamo pugnali di giada incastonati con rubini, pezzi in cristallo di rocca, tra cui un set di pedine per il gioco degli scacchi, bracciali d'oro diamanti e pietre preziose, una collana con pendente di diamanti e un gigantesco grano di smeraldo (India, Deccan, fine XVIII secolo).
Osservando le opere e leggendo le didascalie redatte con chiarezza dal curatore della rassegna Giovanni Curatola, scopriamo una civiltà che produce non solo i tappeti sontuosi - in mostra uno immenso proveniente dall' Iran che ha le forme stilizzate di un giardino quadripartito - ma anche splendidi libri miniati, il Corano ovviamente, e, a dispetto dell’aniconismo, splendide pagine miniate dal naturalismo vivace. In particolare quelle prodotte nell'India islamica e in Persia. Si veda una raffigurazione del Khamsa di Nizami che illustra il viaggio a Gerusalemme di Maometto, opera iranica del XVI secolo. Senza tralasciare gli elementi di architettura in terracotta smaltata, i capitelli marmorei, i piatti e le coppe in ceramica dipinta, brocche di bronzo, vasi di vetro smaltato a disegni sfavillanti colori, tessuti di seta, lastre tombali con eleganti iscrizioni.
ARTE DELLA CIVILTÀ ISLAMICA. LA COLLEZIONE AL-SABAH, KUWAIT
MILANO, PALAZZO REALE
FINO AL 30 GENNAIO
FONTE: Giudo Curto (lastampa.it)
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