venerdì 1 ottobre 2010

Mostra di Angela Di Bari

    Segni nel tempo .   .   .   .   .   .   .   .   .     
                                                                    . Angela DI BARI   opere  2005-2010
                                                               . Mostra personale a cura di Micaela  MANDER
                                                          . Inaugurazione martedì 5 ottobre 2010 ore 19  
                                                     . Associazione culturale “IL LABORATORIO”  
                             . Via del Moro, 49 – ROMA (Trastevere)
                                                     . L’esposizione rimarrà aperta fino al 12 ottobre 2010                                                      
                        . Orario: tutti i giorni ore 18:00 – 23:00
.   .   .   .   .   .  Informazioni: 333 4661998 – mavioan@tin.it
                                                                                                                                       


Angela Di Bari ha dedicato gli ultimi cinque anni della sua vita alla pratica dell'incisione. Uno studio attento, appassionato, assiduo, l'ha portata a familiarizzare con le diverse tecniche che quest'affascinante arte mette a disposizione, imparando a padroneggiarle, e ad abbinarle a soggetti via via più personali.
Entrare in una mostra di Angela Di Bari significa perciò avvicinarsi al suo mondo, nel senso più intimo del termine: da un lato infatti ci si accosta a una personalità caparbia e tenace, che in poco tempo ha fatto propri i segreti di un antico mestiere, ancorché non facili e banali. Dall'altro, si entra nel suo immaginario, fatto di colori ma anche di forti contrasti chiaroscurali, dove favole e ambienti si alternano, restituendoci letture, brani di vita, esperienze.
Angela Di Bari si forma infatti come studiosa di lingue dell'Europa orientale, e questo spiega la scelta che viene qui presentata nella seconda parte della sala della presente mostra: la “magica” Praga informa col suo spirito anche fogli che proprio Praga non rappresentano, ma, pur riportandoci in Italia, evocano il senso di mistero che in genere viene associato alla città boema, la sua fumosità sfuggente, tra la creazione del Golem e la metamorfosi di Kafka. E quale soggetto migliore, dunque, per poter applicare l'acquatinta, la vernice molle, o per poter utilizzare una tavola di presspan invece del più comune zinco?
Ma l'attenzione verso il magico non esclude l'amore per il quotidiano, e i suoi oggetti: il visitatore entra innanzitutto in una sala le cui pareti iniziali sono dominate dai colori del bergamotto e delle foglie di platano, incontra il coperchio di una vecchia scatola portapipe, e gli oggetti di ogni cucina, bollitori, teiere, etc. Ma è un quotidiano che sfuma nella favola, come testimonia la bozza di copertina per Alice nel paese delle meraviglie. E che ancora confonde, passando dalla precisione maniacale del bulino, dal tratto deciso della puntasecca, alle sfumature dell'acquatinta.
E il colore compare pure, lo sottolineiamo, nella seconda parte della mostra, e sempre in relazione a cose: i libri, questa volta, forse l'oggetto amato per eccellenza dall'artista-studiosa, che in una parete presenta una selezione di ex libris da lei creati, per privati e per biblioteche. Biblioteche che ancora ci portano a est...
Angela Di Bari, insomma, rivela, circolarmente di foglio in foglio, di parete in parete, le sfaccettature di un'anima che osserva e riprende (vari i d'après che si è scelto di esporre), che ama temi quali la natura morta e il paesaggio, che adora la sua casa; ma l'anima di Angela Di Bari è anche nera, persa nei gorghi del mistero, e sensibile ai paesaggi invernali, difficili, freddi, che sono appena al di là da noi, a volte solo al di fuori di una finestra.
E la mostra svela pure il percorso di Angela Di Bari quale artista: in ogni parete si accostano soggetti ripresi e soggetti inventati, soggetti che si ispirano alla realtà, e visioni magiche e fantastiche, tecniche diverse, anni diversi. A voi cogliere continuità e differenze, suggestioni contenutistiche e formali che circolarmente ritornano, all'interno di una crescita continua e coerente.
Milano, estate 2010                                                                                                                Micaela Mander

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