lunedì 27 luglio 2015

L’arte della civiltà islamica alle Scuderie del Quirinale


Le opere della collezione al-Sabah in mostra fino al 20 settembre

Dal 25 luglio al 20 settembre 2015 le Scuderie del Quirinale ospitano le opere della collezione al-Sabah, una delle raccolte medio orientali più complete e prestigiose al mondo. Oltre 300 pezzi e 1400 anni di storia a comporre un affascinante e inatteso affresco capace di coinvolgere ed emozionare.  

Da ormai quaranta anni Sheikh Nasser Sabah al-Ahmad al-Sabah e Sheikha Hussah Sabah al-Salim al-Sabah, raccolgono opere d’arte islamiche e del Medio Oriente pre-islamico. La loro collezione, stimabile in circa 35.000 oggetti, è certamente una delle più importanti al mondo, non solo per ampiezza, ma anche per qualità e originalità delle opere. In occasione della Festa Nazionale del Kuwait il 23 febbraio 1983 la Collezione venne offerta in prestito permanente al Museo Nazionale del Kuwait dove rimase fino alle tragiche vicende dell’invasione irachena dell’agosto 1990.  

Dalla razzia allora operata si salvarono un centinaio di oggetti, il nucleo della mostra “Arte Islamica e Mecenatismo”, protagonista in seguito di un tour che ha toccato oltre venti fra i musei più importanti del mondo (giunse anche in Italia, a Firenze nel 1994). Le altre opere, in seguito quasi integralmente recuperate a Baghdad, sono poi tornate in Kuwait e costituiscono una delle raccolte medio orientali più complete e prestigiose al mondo. 

Il percorso della mostra si articola in due parti. La prima è rigorosamente cronologica, e introdotta da una piccola sezione numismatica atta a inquadrare storicamente e geograficamente le principali fasi dello sviluppo delle civiltà musulmane. Si prendono le mosse dalle influenze delle grandi civiltà rivali di quella nascente islamica (tardo antica bizantina da un lato, mesopotamica orientale dall’altro, non senza sottovalutare gli apporti centroasiatici, indiani e dell’Oriente più estremo) sugli inizi e sul periodo formativo, per passare allo sviluppo di un linguaggio artistico autonomo e peculiare che via via si ramifica e consolida con esiti di superbo equilibrio, per concludere con i tre grandi imperi cinquecenteschi, veri giganti politici e culturali: l’impero mediterraneo dei Turchi Ottomani, quello iranico dei Safavidi di confessione sciita ma straordinariamente aperti al resto del mondo, l’opulenza fiabesca della corte indiana dei Moghul.  

Nella seconda parte si esemplificano i temi e modi artistici centrali delle esperienze artistiche islamiche: il rigore formale delle stupende calligrafie, la scientifica e dotta esplorazione delle possibilità matematico/geometriche, l’inesausta e infinita fantasia del motivo floreale ripetuto (arabesco), fino alla rappresentazione astratta e realistica della figura animale o umana a smentire il trito e falso mito della iconoclastia islamica. 

Chiude la mostra lo scintillante sfarzo del tesoro con le opere di oreficeria, principalmente indiane, vanto della Collezione al-Sabah che in questo settore non teme per quantità e qualità delle opere, rivali al mondo. Mille e quattrocento anni di storia, territori che dalla Spagna giungono fino alla Cina, con materiali disparati: pietra, stucco, tessili, vetri, metalli, avori, cristalli di rocca, legni, ceramiche, gioielli, miniature.  

FONTE: lastampa.it

venerdì 24 luglio 2015

Neve: il Rinascimento diventa street


Cura per i dettagli, spray come pennelli, muri come tele antiche: è questo il tris vincente di Danilo Pistone, l'artista italiano nato a Torino...

Non tele ma muri. Grandi muri. E soggetti che potrebbero rivisitazioni di celebri volti rinascimentali. Ma non lo sono. Si tratta di un'arte che fonde la pittura da strada con i più noti stili e metodi  che hanno fatto storia. Si tratta dell'arte diNeve, un artista italiano divenuto famoso per  i suoi murales monumentali e per le sue pitture davvero impressionanti.
 Il suo vero nome è Danilo Pistone, ha 29 anni, è nato a Torino dove ha iniziato, era il 1995, la sua avventura con l'arte, armato di spray in giro per il capoluogo piemontese. Inizialmente per divertimento, poi scoprendo abilità rimaste col tempo in gran parte inesplorate. Fino a farsi apprezzare non soltanto nel territorio italiano, ma anche in tanti Paesi europei, per il suo connubio tra arte di strada e classicismo, per  la fusione, da lui adoperata, di modernità e tradizione.
 Il suo obiettivo è quello di lasciare lo spettatore con una domanda aperta, o almeno una riflessione. Un segno tangibile per affermare il suo stile, per imporre un nuovo punto di vista, per raccontare qualcosa di nuovo. Con lavori che hanno conquistato Paesi come la Spagna, Francia, Inghilterra, Grecia, Svizzera e Germania, per il suo stile iperrealista, per l'attentissima cura per i particolari, per questo certosino uso di spray e di pennellate. 
 Tra le sue opere più importanti c'è la Pietà, in cui inverte i ruoli del capolavoro di Michelangelo, c'è Biancaneve a Cinisello Balsamo che addenta la Terra, ci sono i murales per Eni a Crotone, e anche i miti di Atlante e Pandora sul cavalcavia dell'autostrada Paullese. Tra le opere più belle Gli occhi colorati dei Bambini, in cui i volti di cinque bambini, uno per ogni continente , sono ritratti in bianco e nero, ad eccezione degli occhi, perché il colore della pelle non sia significativo: occupa un muro di oltre 40 metri ed è adiacente alla scuola per l'infanzia del quartiere Borghesiana, a Roma. Perché, come sosteneva Bob Marley, "Fino a quando il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi, ci sarà la guerra".

FONTE: FRANCESCO SALVATORE CAGNAZZO (lastampa.it)

lunedì 6 luglio 2015

Berlino: la Street Art racconta Storia e storie

 
Dal celebre Muro, che ha diviso la città tedesca in due, ai quartieri più rappresentativi: un viaggio alla scoperta dell'arte "extramuseale"
 
Tutto nasce negli anni Sessanta, quando colori e disegni furono lo strumento preferito per raccontare storie e Storia, quotidianità e straordinarietà. La Street Art a Berlino nasce in concomitanza con la costruzione di quel Muro che per anni ha diviso la città tedesca in due parti. E se durante la Guerra Fredda era diventata una enorme tavolozza di colori, sul lato orientale tutto era vuoto, perché i controlli erano tali da non permetterne l'avvicinamento.

Poi, nel 1989, il cambiamento storico, il crollo, una divisione che si annulla, un'unione mai così voluta e sentita. Oggi quel muro, però, continua a raccontare episodi e violenze, sogni e paure, in maniera più decisa e moderna. Ma la street art è presente anche sulle facciate degli edifici, cassonetti per i rifiuti, lampioni e marciapiedi, realizzata con colori e pennelli, rulli per imbianchini e bombolette spray, stencil e nastro adesivo, e tanto altro ancora.

A Berlino musei e mostre diventano luogo e strumento di chi l'arte la fa sul serio, ma in una "vecchia maniera", e di chi vuole conoscerla nel dettaglio. Ma in città ci sono tanti luoghi che respirano cultura e bellezza, anche se non rientrano nel circuito specifico di sale ed esposizioni. E quartieri come quelli di Friedrichshain, Kreuzberg e Mitte, sono considerati aree focali della Street Art. Nelle vie Oranienstraße, Cuvrystraße, Alte Schönhauser Straße o Rosenthaler Straße, le opere artistiche si addensano dando vita ad una vera e propria galleria.

Già negli anni '90 famosissimi artisti del panorama internazionale hanno lasciato qui la loro idea, come Obey e Dave the Chimp. O Banksy, con il suo tipico motivo costituito da ratti. Ma c'è anche qualcuno (o qualcosa) che non c'è più: è stato cancellato pochi mesi fa il grande murales doppio realizzato dallo street artist italiano Blu in Cuvrystraße: Brothers e Chain sono state coperte contro la gentrificazione selvaggia in procinto di arrivare nel quartiere. Rimangono di lui Hourglass e Leviathan su Oberbaumstraße, nonché Wall su Köpenicker Straße.

Tra le opere da non perdere, l’enorme Astronaut/Cosmonaut di Victor Ash, sul fianco di un edificio su Skalitzer Straße all’angolo con Mariannen Strasse; tra Manteuffelstraße e Oranienstraße c'è l’opera dell’artista belga ROA intitolata Nature Morte; su Oppelner Straße lo Yellow Men dei gemelli brasiliani Os Gemeos e Rounded Heads realizzata dal tedesco Nomad. E ancora i pugni volanti vicino alla stazione di Friedrichstraße realizzati da Kripoe, e The Lads di London Police, tra Wrangelstraße e Cuvrystraße.

FONTE: Francesco Salvatore Cagnazzo (lastampa.it)

mercoledì 1 luglio 2015

Saluti da Rimini. Nell'era del selfie Cattelan torna alle cartoline

Saluti da Rimini. Nell'era del selfie Cattelan torna alle cartoline
 
Nella "capitale" della riviera romagnola spuntano immagine gigantesche nei luoghi turistici: è la nuova opera del provocatorio artista, con il team creativo di Toiletpaper
 
Toiletpaper ovvero "carta igienica": a sostenere un progetto con un nome del genere poteva essere soltanto un artista irriverente come Maurizio Cattelan. In realtà la "scanzonatura"  di Toiletpaper nasconde una storia più  lunga e "ragionata" di quella che potrebbe apparire solo ludica. Si tratta infatti di una rivista nata nel 2010 con un team creativo che fa capo a Pierpaolo Ferrari che, negli anni, ha accumulato, assemblato, archiviato immagini come un blob tra l'artistico e il grottesco. Una raccolta di immaginari che ha trovato esiti ogni volta diversi, non soltanto nelle riviste periodiche on-line e cartacee (alcuni numeri di Tolietpaper sono da collezione) ma anche oggetti tra l'utile e l'inutile.
L'unione di Toiletpaper con l'artista, con la cura di Maria Cristina Didero, ha portato ora a Rimini, dove, dal 1 luglio al 30 settembre 2015, Maurizio Cattelan "ritrae" la città con grandi manifesti ispirati ai luoghi simbolo del luogo che è da sempre la località balneare più famosa d'Italia, Fellini e piadine incluse. Il progetto "Saluti da Rimini", appositamente studiato per la città, farà comparire scatti colorati tra l'ironico e il vintage, strizzando l'occhio all'estetica pubblicitaria (in pieno stile Toiletpaper) in luoghi significati e simbolici della
cittadina: dall'Arco di Augusto a piazzale Cesare Battisti, passando per il Teatro Galli, Castel Sismondo, la Rotonda Grand Hotel e quella Bellariva. Non potevano mancare i manifesti nella zona della ruota panoramica nel Porto Canale e anche in altri muri di Rimini.

Le immagini  - tra pin up colorate e ironiche che si sdraiano su letti di patatine fritte - saranno esposte anche attraverso l'ordinario servizio di pubbliche affissioni, ampliando la potenza delle immagini che, come ha detto la curatrice Didero "con la loro visionarietà hanno fornito alla città di Rimini un nuovo punto di vista sulla realtà".

Info utili
Saluti da Rimini - Un progetto per la città
di Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari - Toiletpaper
a cura di Maria Cristina Didero Dal 1 luglio al 30 settembre 2015
 
FONTE: Valentina Bernabei (repubblica.it)